Intervista – “Grazia” 19 giugno 2007

Se amate un uomo sposato, leggete qui. Fermatevi in tempo, è una trappola sentimentale in cui è facile cadere. E diffidate di quelli che parlano d’amore, ma che vi chiedono sempre di avere pazienza.

Sono invisibili e silenziose. Ostaggi di un amore che inganna, vivono nell’attesa di una conferma.

E si trovano nelle condizioni di doversi vergognare dei loro desideri e dei sentimenti più autentici.

Stiamo parlando delle amanti, le donne che s’innamorano del marito di un’altra.

Donne senza voce e senza potere, sedotte e trascinate al “massacro”.

Di questa mattanza che si consuma attorno a noi non si parla mai. Ciò non ci sorprende.

Infatti le amanti sono utili alla società. Utili a che cosa?

Semplice: a tenere in piedi i matrimoni. Degli altri.

Ebbene la pacchia è finita. Due libri freschi di stampa danno voce alle amanti analizzando impietosamente una realtà che è ancora oggi presente e pesante. Il primo è di Monica Morganti, psicoterapeuta, e Sara Eba di Vaio, psicologa e sessuologa. Titolo: Se il tuo “luì’ è sposato. Istruzioni per l’uso. Autrice del secondo è la psicoLoga Gianna Schelotto che in E io tra dì voi racconta sei storie esemplari sul tema.

Dottoressa Morganti. il vostro libro è ironico, ma anche pieno di dolore… “E vero. Mentre lo scrivevo avevo davanti agli occhi i volti delle mie pazienti e amiche rovinate dalla relazione con un uomo sposato, donne bloccate nell’attesa che lui lasci la moglie. Cosa che non accadrà mai”.

Come è nata l’idea di affrontare quello che sembra un tabù? “Dal desiderio di aiutare le donne a non andare alla deriva in un mondo che sta perdendo i valori dell’amore, della lealtà della trasparenza. E poi dal bisogno “politico”, come era politico il femminismo, di dire a voce alta: le amanti esistono. Ricominciamo noi donne, a dire le cose come stanno. Non vergogniamoci più di parlare”.

In che modo questo manuale ci aiuta? “Togliendoci ogni illusione. L’ultima inchiesta del Censis risalente al 2000, ha rilevato che il 25% dei mariti tradisce o ha tradito la moglie, dunque può capitarci di incontrare un uomo sposato. Niente di male, ma se decidiamo di entrare in questa “non-relazione”, come la chiamo io, dobbiamo sapere che si tratta di un gioco, un gioco per adulti. Quello che dico alle donne è di cercare di stare nell’esperienza, di viverla per quella che è, di valutare se quello che ci da lui in quel momento è uguale a quello che vogliamo noi”.

Avere, cioè, un rapporto paritetico? “è questa la sfida: “Non mi dico mai che lui è innamorato di me, non mi dico che lascerà la moglie, non vivo nell’aspettativa di ciò che accadrà domani, perché domani non accadrà nulla”. E me la gioco fino in fondo cercando di essere onesta con me stessa così, quando finirà, non avrò perso nulla della mia dignità personale, ma sarò arricchita da un’esperienza”.

Chi ha avuto incontri del genere rimane agganciata al fatto che l’uomo sposato le ha detto di essere innamorato dì lei. Possiamo biasimarla? “No. Solo che non è vero. Gli uomini di cui stiamo parlando, quando vengono da noi, hanno già tradito e sanno esattamente cosa aggancia le donne. Ci sono due o tre cose che, se un uomo le sa fare, riesce a vincere anche la guerriera più guerriera. Sanno che devono dire “ti amo”, che sei l’unica con cui possono parlare, che sei sensibile, intelligente, autonoma. Per loro non è un problema mentire”.

Quanto dura una relazione di questo tipo? “In genere dai 6 ai 24 mesi, dopo di che vieni scaricata da un giorno all’altro. Poi ci sono le eccezioni”.

Perché si viene abbandonate? “L’amante viene lasciata quando per la prima volta, o per l’ennesima, chiede a lui di lasciare la moglie. Ma anche per molto meno: quando chiede più vicinanza, più tempo da passare insieme, più occasioni di parlare. In termini simbolici, si viene scaricate quando si chiede all’altro di riconoscere il fatto che noi esistiamo. è un vero massacro psicologico”.

Lo fanno perché hanno paura? “Ma no. Questi uomini vanno alla ricerca di qualcuna che li aiuti a tollerare un matrimonio che non funziona. Se lei, anziché aiutarlo a diminuire lo stress, lo aumenta avanzando richieste di intimità, la fanno saltare. Tornano a casa per un pò e poi vanno in cerca di un’altra”.

Sono uomini “malati” o semplicemente crudeli? “Non demonizzo i maschi, voglio far prendere coscienza alle donne. Molte di loro pensano che il problema non le riguardi, perché credono che il “loro” uomo sposato sia diverso dagli altri. Lui non è diverso, siamo noi che siamo diverse. E se siamo capaci di rimanere diverse, ci salviamo la vita”.

Non suona un pò anacronistico questo appello? Le cose si fanno in due: la responsabilità non è condivisa? “Questo è ciò che si crede. La responsabilità non è condivisa perché gli uomini non dicono che cosa vogliono dalla loro amante. I maschi pensano, ipocritamente, che tutto sia chiaro, ma non lo è fino a quando non è espresso esplicitamente”.

Per esempio? “L’amante immagina che lui abbia un brutto rapporto con la moglie e che non abbia rapporti sessuali con lei. Invece l’uomo sposato non soffre nel matrimonio, ha una vita grigio topo che adora, ama la comodità, gli piace stare in casa, vedere gli amici di sempre. E avere una moglie rassicurante con la quale ha rapporti sessuali. Tutte cose che lui non dichiara. L’uomo sposato non solo tradisce la moglie con l’amante. Ma anche l’amante con la moglie”.

Che tipo di sofferenza psicologica sopporta un’amante? “Soprattutto la sofferenza dell’attesa. è lui che detta i tempi degli incontri. E se lei osa telefonare o mandare messaggi, non risponde. Con il silenzio lui invia una minaccia precisa: io decido le regole. O tu accetti di essere un oggetto senza potere o niente. L’attesa toglie le energie. E come essere in un campo di concentramento: alla fine capisci che non conti nulla, a quel punto stai zitta per paura di essere eliminata”.

Perché non ci si deve innamorare di un uomo sposato? “Perché gli uomini non riescono a dare all’amore quella forza propulsiva che quel sentimento ha e quindi stanno nelle dimensioni emotive in modo superficiale. Noi, invece, per amore facciamo tutto: cambiamo lavoro, città, abitudini. Io credo che l’amore esista e che valga la pena di alzare lo sguardo. Un femminile pacificato dovrebbe portarci ad amare noi stesse e cercare qualcuno che ci ami per ciò che siamo”.

Intervista – “Grazia” 19 giugno 2007